Gli effetti di Chernobyl hanno determinato una crescita di patologie sulle nostre montagne? Questa ipotesi, abbastanza diffusa anche nel Verbano-Cusio-Ossola e fondata sull’azione di sbarramento della nuvola inquinante causata dalla catena alpina, non trova però fondamento scientifico. L’ha rilevato Claudio Smiraglia, docente di geologia all’università di Milano ed ex presidente del Comitato glaciologico italiano, nel corso di una conferenza tenuta a Macugnaga (Vb) lo scorso week-end in occasione del congresso del Gism (
Gruppo italiano scrittori di montagna).
Il convegno, organizzato dalla locale sezione del CAI con il patrocinio di Regione, Provincia e Comune, ha visto la presenza di un centinaio di scrittori e pittori che hanno discusso di vari argomenti, compreso quello attualissimo dei mutamenti climatici e dei loro effetti sui ghiacciai. Dopo un’escursione guidata dallo stesso prof. Smiraglia, è seguita un’affollata conferenza-dibattito alla Kongresshaus. "Sul Monte Rosa sono state effettuate delle ricerche attraverso i carotaggi dei ghiacciai", ha comunicato Smiraglia. "Ma le tracce dei depositi nocivi, tra cui quelli di Chernobyl, sono risultate modestissime. Quindi senza una rilevante incidenza sulla salute dell’uomo".
Eclatante è invece il regresso dei ghiacciai, in particolare di quello del Belvedere, che dopo un’eccezionale crescita nel 2002-2003, si è allineato al trend generale. La fusione della massa glaciale è continuata, nonostante l’inverno rigido e nevoso dell’anno scorso e il freddo di questa primavera. "Senza una drastica inversione di tendenza, il futuro potrebbe riservarci delle Alpi con dei ghiacciai ridottissimi", ha concluso Smiraglia.
Il presidente del Gruppo Italiano scrittori di montagna, Spiro Dalla Porta Xydias, ha tracciato invece un’interessante storia dell’alpinismo, cui è seguita una tavola rotonda sul grande alpinista triestino Emilio Comici. Inoltre al cimitero di Chiesa Vecchia è stata scoperta una lapide a ricordo degli scrittori morti recentemente, fra cui Riccardo Cassin e Fosco Maraini. La cerimonia, onorata da una grande partecipazione, è stata resa più toccante dalle esecuzioni del Coro Monte Rosa diretto da Enrico Micheli
Teresio Valsesia